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Rubate le lettere dell'insegna del Cinema Italia di Fontana Liri

Rubate le lettere dell'insegna del Cinema Italia di Fontana Liri

l furto, è vero, è stato perpetrato ai danni di una famiglia, la famiglia Sbardella, proprietaria dell’immobile, ma ha profondamente colpito anche tutti i cittadini di Fontana Liri che, si potrebbe dire, hanno avuto un “danno esistenziale”, sono stati defraudati di un importante simbolo della loro storia, l’emblema di un momento rilevante del proprio vissuto degli ultimi cento anni.

Sì, proprio così, una sala cinematografica può determinare e testimoniare lo stile di vita, le abitudini, il costume di un paese. Il cinema Italia, con quell’insegna a lettere grandi di alluminio, tipiche dello stile fascista, come si usava cento anni fa, che ancora ai nostri giorni appariva sulla facciata dell’edificio in Corso Trieste 28, rappresenta ancora oggi un’epoca, un periodo di splendore del nostro paese, un periodo in cui abbiamo provato l’entusiasmo del benessere e abbiamo scoperto l’arte della cinematografia, ancora agli albori e sconosciuta alla maggior parte dei paesi che ci circondano e non solo. Perché cento anni fa, negli anni venti del Novecento, a Fontana Liri, piccolo paese di provincia, quando il “cinematografo” muoveva i primi passi (solo da pochi anni i Fratelli Lumière avevano lanciato le prime pellicole!), noi già godevamo della nostra sala cinematografica, che attirava spettatori da tutti i paesi vicini perché era la prima sala - e per tanti anni è stata l’unica - della provincia di Frosinone, al tempo Provincia di Terra di Lavoro.
Una data certa lo testimonia: era il 1924 (l’anno di nascita del nostro Marcello Mastroianni!) quando la famiglia Sbardella acquistò nella località Madonna Zapponi l’edificio per uso abitazione con annessa sala cinematografica già da qualche anno in funzione, costruita per il tempo libero di operai e impiegati del Regio Polverificio Militare che, impiantato sul nostro territorio, aveva cominciato a produrre polvere da sparo nel 1895 (un’idea della sua importanza ce la suggerisce la presenza di 1600 dipendenti tra operai e impiegati raggiunta negli anni della prima guerra mondiale). Il Polverificio nei primi anni del Novecento ha determinato la crescita di un centro sempre più ampio, abitato da operai, dipendenti, maestranze, che parallelamente al benessere economico sentirono l’esigenza e l’euforia di “svagarsi”, socializzare e accostarsi agli aspetti culturali dell’epoca, tra cui quello più moderno e vistoso, oltre che più accattivante, il “cinematografo”. Fa riflettere a tal proposito il fatto che all’epoca il centro formatosi intorno al Polverificio non si era dotato ancora di una chiesa (l’attuale Parrocchia dedicata a Santa Barbara fu ultimata nel 1926) ma aveva già un cinema, grazie alla lungimiranza dei primi Direttori del Polverificio!
Da quanto ci è stato raccontato, o ricordiamo personalmente, non era quello l’unico svago che ci si concedeva a Fontana Liri in quegli anni, per certi versi certamente più piacevoli e divertenti rispetto ai nostri tempi: basti ricordare, attigui alla sala cinematografica, il Circolo degli Amici, un circolo esclusivo dove si incontravano i “signori” per giocare a biliardo o a carte o per feste da ballo, e un Centro di lettura, che offriva la possibilità di intrattenersi per leggere e scambiare opinioni o prendere in prestito libri e riviste. In paese esisteva all’epoca anche la Sala della Musica, al piano terra della Casa del Fascio, dove il sabato si suonava il pianoforte e si davano lezioni di musica. Questo la dice grande sullo stile di vita dei Fontanesi!
In quella sala cinematografica, piccola ma graziosa, non adattata ma costruita appositamente con tanto di platea e galleria (costituita da un’unica balconata), i Fontanesi hanno iniziato il loro percorso di emancipazione, sono usciti dall’arretratezza (il paese era per lo più abitato da contadini e artigiani), hanno scoperto un mondo nuovo, si sono appassionati al cinema, ne hanno seguito l’evoluzione a partire dal cinema muto. Lì hanno visto anche in prima visione i film che hanno fatto grande il cinema italiano, i film che hanno fatto epoca ma soprattutto hanno avuto il privilegio di conoscere e apprezzare un attore straordinario, Marcello Mastroianni, di seguire la sua carriera artistica fin dagli anni cinquanta e provare l’orgoglio di appartenere al paese che gli aveva dato i natali. Inoltre hanno apprezzato le varie forme dell’avanspettacolo, che, come nei cinema importanti delle grandi città, veniva proposto, prima delle proiezioni, sul piccolo palcoscenico antistante lo schermo da Malcom (nome d’arte o soprannome?), che suonava l’organetto o da Rolando Vicini di Sora, che suonava la fisarmonica, o da Guido Capuano, cabarettista della Starnella, soprannominato “Il Signore”, che intratteneva gli spettatori con i suoi sketch.
In quella stessa sala negli anni ‘40 si assisteva anche alla proiezione dei cinegiornali di guerra dell’Istituto Luce, che raccontavano con le immagini le varie situazioni al fronte e rappresentavano un mezzo di informazione per le famiglie che avevano figli o mariti in guerra. Molto apprezzati furono in seguito anche i filmati di attualità e informazione della settimana Incom.
Come non essere legati affettivamente ancora oggi a quel locale dove si esibiva anche la filodrammatica fondata da Erminio la guardia, grande appassionato di teatro, dove tutti da bambini abbiamo tenuto le nostre recite di scuola, dove si sono svolti gli eventi principali del paese, dove abbiamo avuto il piacere di svolgere manifestazioni e ospitare convegni con personalità, uomini politici e autorità religiose?
Verso gli inizi degli anni 80 il cinema Italia chiuse i battenti perché non più funzionale, perché nei paesi limitrofi erano state costruite sale più moderne e confortevoli, ma noi Fontanesi abbiamo continuato nostalgicamente a ricordare le emozioni provate in quella sala cui siamo sempre rimasti affezionati tanto da sperare in una sua ristrutturazione, in una sua riapertura….
E la speranza di rivederlo in funzione ce la davano anche quelle sei lettere antiche di alluminio che, ancora dopo cento anni, formavano sulla facciata la parola CINEMA, sei lettere rimaste ancora lì a sfidare il tempo, che ci davano la certezza che chiunque prima o poi avesse ristrutturato quell’edificio sicuramente non le avrebbe mai staccate da lì perché rappresentavano un tassello importante della vita della nostra comunità. Sono state invece staccate vigliaccamente e sacrilegamente da chi non aveva mai avuto nulla a che vedere con quel cinema, da chi non potrà mai subire il loro fascino, da chi alla loro vista non potrà mai pensare che hanno determinato gioie ed emozioni degli abitanti di questo piccolo centro, da chi, infine, non potrà mai amarle e apprezzarle come meritano per la loro valenza simbolica e storica.
 
Fontana Liri, 26 Novembre 2022
 
Santina Pistilli
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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